Strade e autostrade

Nodo viario di Piazza Maggi a Milano

Nuovo svincolo a più livelli per agevolare l'accessibilità a Milano
Committente Comune di Milano
Tipo di servizio Progetto Definitivo ed Esecutivo; Direzione Lavori; C.S.P. e C.S.E.
Località Milano
Periodo 1999 - 2000
Fine lavori 2002
Importo lavori € 13.700.000

L'intervento prevede la riorganizzazione dell’attuale nodo viario con il duplice obbiettivo di fluidificare il traffico e di diminuire l'inquinamento atmosferico e acustico.

Il nuovo svincolo si articola su quattro livelli:

a) un viadotto, a 9 metri di altezza, su cui correranno le auto provenienti da via La Spezia e viale Cermenate dirette fuori città;

b) una sopraelevata di 2.5 m di altezza che ospiterà il traffico in ingresso in città dall'autostrada e dalla tangenziale;

c) un tunnel sotterraneo che accoglierà il flusso di auto tra viale Cermenate e viale Famagosta;

d) i passaggi pedonali (all'altezza del piano stradale), realizzati all'interno di un'area a verde, dotata di alberi e aiuole.

Il disegno dello svincolo si completa con la rampa sopraelevata a senso unico che parte dal Cavalcavia Schiavoni e si dirige verso l'Autostrada.

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In primo piano
Galleria
1

Galleria artificiale (L=86m) in direzione Est-Ovest

Viadotti
2

Due viadotti, uno da via La Spezia (L=132+94m) e uno da via Cermenate (L=132m) verso l'autostrada A7

Rotatoria
3

Modifica plano-altimetrica della geometria della rotatoria esistente

Percorsi ciclo-pedonali
4

Percorsi ciclo-pedonali completamente svincolati dal traffico veicolare in grado di garantire gli attraversamenti in ogni direzione

La progettazione ha tenuto conto dell'ubicazione urbana dello svincolo in oggetto: le opere d'arte, ed in particolare i cavalcavia sono stati studiati con particolare attenzione all'aspetto architettonico e al loro inserimento nel contesto. Per queste opere, infatti, è stata adottata una struttura in c.a.p., attraverso la quale è possibile ridurre al minimo il disturbo al tessuto urbano. Lo spessore dell'impalcato si presenta per questo molto contenuto, variabile da sezione a sezione e visto assieme allo sviluppo consistente delle luci scelte (da 30 a 40 ml) produce un effetto di inserimento che si può senz'altro definire "trasparente" rispetto al territorio attraversato.

Le forme tondeggianti dell'impalcato stesso coniugate con l'effetto "arco ribassato" delle travate completano poi il sistema architettonico rendendolo di fatto abbastanza gradevole alla vista, sia di un osservatore esterno alla infrastruttura sia di un comune utente della stessa. La struttura, molto filante, determina quindi il minimo impatto sul contesto morfologico ed anche dal punto di vista ambientale ed urbanistico l'opera si inserisce lasciando sufficiente visuale e garantendo la necessaria continuità territoriale. La forma delle pile è tondeggiante e ben si presta a combinarsi con le altre linee curve già descritte. Attraverso una particolare forma dei casseri potrà poi essere data una particolare conformazione alla superficie della pila stessa movimentandone l'aspetto.

La mancanza di spazio nelle aree limitrofe e la presenza di numerosi sottoservizi nel sottosuolo hanno portato alla definizione di complesse fasi esecutive con deviazioni di traffico provvisorie in modo da preservare la funzionalità dell'esercizio durante tutta la fasi costruttive.