Opere sotterranee

S.S.V. "Licodia Eubea - Libertinia"

Tratto di completamento tra lo svincolo Regalsemi e la S.S.117 bis (bivio Gigliotto)
Committente ANAS S.p.A.
Tipo di servizio Progetto Esecutivo, Assistenza al Progetto Definitivo
Località Provincia di Catania
Periodo 2016 - 2018
Importo lavori € 94.000.000
RTI

PRO ITER Prog. Infrastr. Terr. (mandataria), Delta Ingegneria (mandante)

L'intervento si inquadra nel contesto delle opere previste per il completamento della Strada a Scorrimento Veloce S.S.683 "Licodia Eubea" ed in particolare del tronco "Svincolo Regalsemi / S.S.117bis" (Lotti 3.1 e 3.2), da Regalsemi (km 0+000) all'inizio della variante di Caltagirone (km 3+700).

La nuova viabilità (strada extraurbana secondaria tipo C1 con piattaforma da 10.5 m costituita da due corsie da 3.75 m e due banchine esterne da 1.5 m) è incernierata sui due svincoli di inizio e fine Lotto, con intersezioni risolte a livelli sfalsati. Dopo un tratto iniziale nel quale è previsto un viadotto (Regalsemi, L=470 m), l'intervento si caratterizza per un tracciato sostanzialmente in trincea con opere di sostegno composte da paratie di pali e muri di placcaggio per il contenimento di consumo di territorio e la realizzazione di due importanti opere in sotterraneo ovvero una galleria naturale (Santa Caterina, L=900 m) ed una galleria artificiale (130 m).

Lo studio del viadotto Regalsemi e dei rami di svincolo ad esso connessi è stato impostato perseguendo i seguenti obiettivi:

  1. Semplificare la tecnologia costruttiva degli impalcati, garantendo comunque il valore estetico-architettonico dell'opera.
  2. Migliorare la durabilità delle opere con conseguente riduzione dei costi manutentivi.
  3. Uniformare le soluzioni alle opere del Lotto adiacente già realizzate.

Il viadotto principale lungo 470 m e le due rampe di svincolo ad esso connesse sono realizzati con impalcati a sezione mista acciaio-calcestruzzo e soletta gettata in opera a larghezza variabile, al fine di gestire gli allargamenti per le corsie di decelerazione e per le visuali libere. Lo schema strutturale è a trave continua a 2 travi in modo da contenere le incidenze di carpenteria e semplificare le operazioni di varo e di realizzazione delle stesse; il numero di travi passa a 3 solo sul tracciato principale nei tratti di allargamento, con inserimento di irrigidimenti trasversali e torsionali. L'opera presenta un rapporto altezza sezione/luci campate pari 1/27, tale da garantire trasparenza visiva in relazione all'inserimento paesaggistico. Le pile sono state studiate a sezione ellittica con pulvino sommitale, mantenendo il concetto di sezione cava, opportuna per ridurre le inerzie delle strutture e contenere l'entità delle masse sismiche.

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In primo piano
Viadotto "Regalsemi"
1

Lunghezza totale 470 m, con 2 rampe di svincolo.

Galleria naturale
2

Galleria "Santa Caterina", di sviluppo pari a 900 m.

Galleria artificiale
3

Galleria di sviluppo totale 130 m.

La galleria Santa Caterina, a singolo fornice, si trova nei pressi dell'area residenziale di Caltagirone e si estende per circa 900 m, di cui 760 m in naturale al di sotto della montagna e 140 m in artificiale. All'imbocco Nord, dopo un tratto di galleria artificiale di circa 60 m, l'infrastruttura prosegue a cielo aperto mentre all'imbocco Sud termina con un tratto in trincea tra paratie di pali di grande diametro e con successivi 80 m in galleria artificiale (completamente interrata per ridurre gli impatti paesaggistici).

In adempimento alle prescrizioni sulla sicurezza (Linee Guida ANAS 2009), la galleria è dotata di due vie fuga distanti 300 m l'una dall'altra e da ciascun imbocco. Il contesto morfologico dell'area ha indirizzato la progettazione verso la scelta di realizzare due vie di fuga con tracciato separato, lunghe rispettivamente 34.5 m e 332 m. Esse fuoriescono in corrispondenza dei rispettivi imbocchi presso un unico piazzale. L'opera, in generale, presenta coperture ridotte (con un massimo valore di 30 m) e si inserisce in un contesto superficiale caratterizzato dalla presenza di alcune abitazioni dislocate lungo il tracciato a distanza variabile dall'asse del tracciato; inoltre attraversa principalmente formazioni di sabbie con livelli calcarenitici e, a tratti, argille marnose. Il livello della falda acquifera si trova per lo più al di sotto dello scavo dell'arco rovescio, elevandosi in alcuni tratti fino all'altezza dei piedritti. Considerato dunque tale contesto geologico-geotecnico, le coperture contenute e la presenza di numerosi edifici, il progetto ha previsto interventi di stabilizzazione e consolidamento consistenti principalmente in trattamenti colonnari in jet-grouting sulla calotta, sui piedritti e sul fronte di scavo. Laddove il contatto tra l'unità argillitica e quella sabbiosa si sposta verso la calotta è stata prevista la sostituzione delle colonne in jet-grouting, di scarsa riuscita in terreni argillosi, con infilaggi di elementi metallici e/o in vetroresina. La lunghezza del campo di avanzamento da 6 m , 9 m e 12 m, caratterizza le differenti sezioni di scavo e di consolidamento. Le differenti sezioni tipologiche sono state applicate lungo l'asse in modo da assicurarne la corretta stabilizzazione e limitare i cedimenti superficiali. Per la fase realizzativa è stato previsto un costante monitoraggio, sia all'interno della galleria che in superficie, dei parametri di deformazione e dei cedimenti, unitamente ai corrispettivi effetti potenziali sugli edifici presenti (procedure di analisi del rischio per gli edifici). In tal senso sono stati individuati apposite soglie di attenzione e di allarme che, se superate, innescano specifiche contromisure già pianificate in fase di progetto (a seguito dello sviluppo di scenari e analisi del rischio).

Le opere di imbocco sono state oggetto di uno studio approfondito per quanto concerne le problematiche realizzative, in quanto le basse pendenze dei versanti in corrispondenza dei quali avviene l'attacco dello scavo in naturale ha determinato l'adozione di importanti paratie necessarie per la realizzazione delle gallerie artificiali di imbocco: in particolare per il portale Nord della galleria è stata scelta una soluzione a becco di flauto estremamente efficace dal punto di vista architettonico, in grado di permettere una miglior mascheratura delle strutture rispetto al contesto paesaggistico.

Previsto un costante monitoraggio in fase realizzativa (interno e superficiale alla galleria) per deformazioni e cedimenti, unitamente ai potenziali effetti sugli edifici presenti, con soglie di attenzione e di allarme (se superate, si innescano specifiche contromisure già pianificate in fase di progetto).